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Intervento sul testo: "nuovo adattamento di Fabio Cavalli"

Regista: Cavalli Fabio

Traduttore: De Filippo Eduardo

Descrizione: Dopo l'esperienza autogestita di Natale in casa Cupiello e la Napoli milionaria del 2003/04, alla quale il regista Fabio Cavalli partecipa a lavori già avviati, La tempesta è quasi un'imposizione del regista alla compagnia, che avrebbe preferito continuare a lavorare su testi della tradizione partenopea. Il compromesso è presto trovato con la traduzione in napoletano secentesco di Eduardo (Einaudi, 1984) e la collaborazione di Isabella Quarantotti De Filippo e Luca De Filippo. Lo spettacolo viene rappresentato tra 2005 e 2006 al Teatro di Rebibbia e replicato con un pubblico complessivo di oltre 4000 spettatori fra cui oltre 1000 studenti delle scuole superiori di Roma e provincia. Nel mese di maggio, lo spettacolo è stato presentato anche nell’ambito della manifestazione Umanitaria 2006 a cura di Aldo Forbice sul tema Tortura e pena di morte nel mondo.

Compagnia: Compagnia dei Liberi Artisti Associati - Reparto G12 A.S.

Opera/e di riferimento: Tempest |

Numero Patalogo: -

Luogo della prima: Roma, Casa Circondariale Rebibbia NC, Teatro

Data della prima: 19/05/2005

Tipologia adattamento: Adattamenti e elaborazioni

Lingua: Oltre l'italiano

Progetto carcere:

Contributi critici scelti: "Per il significato del testo, che mette al centro della scena un’isola-prigione e la affolla di reclusi (…). Violenza e colpa, vendetta e perdono, aspirazione alla libertà sono i temi di un dramma che assume accenti autentici dalle voci dei detenuti-attori. Il tramite di Eduardo, poi, è fondamentale. Perché il suo lavoro di traduzione in napoletano antico è già una chiave di lettura perfettamente adatta alla provenienza regionale della maggior parte degli interpreti della Compagnia. (…) Ma la ragione prima della scelta della Tempesta è provare a dimostrare che nel teatro di un carcere si può fare tutto quello che si fa fuori: ossia uno spettacolo brutto o bello, ma comunque non “carcerario”, al quale il pubblico assista come spettatore e non come dama di carità o assistente sociale. Gli attori della Compagnia desiderano essere valutati come tali. Hanno deciso, una volta tanto, di scegliersi il proprio giudice: il pubblico".
(Fabio Cavalli, Note di regia a La tempesta)

"Con Shakespeare abbiamo iniziato a uscire dal semplice “gioco” che era per noi il lavoro su Eduardo, il teatro ha iniziato ad essere davvero importante all'interno della socialità del carcere. Ariel è un personaggio difficile, ambiguo, rappresentato negli anni come femminile oppure maschile, ma sempre etereo, leggero, puro: Shakespeare è alla fine della sua carriera, sta tirando le fila sulla sua produzione, con La tempesta si interroga profondamente sulla libertà, su quello che non esiste e forse non è mai esistito. Io, per interpretarlo, mi sono chiesto: cosa manca alla mia città? Ne ho fatta una versione napoletanizzata, Ariel è un misto tra Pulcinella e Masaniello, con un forte anelito alla libertà - anche se non sapevo che sarei uscito pochissimo tempo dopo la rappresentazione. È il personaggio che realmente mette in moto le azioni all'interno del dramma, ma contemporaneamente è anche mosso, come una marionetta, da Prospero: se dovessi fare una mia versione de La tempesta, Ariel sarebbe così, imprigionato dai fili della storia messa in scena da Prospero".
(Intervista a Salvatore Striano, Napoli, maggio 2015)

Servizio di Blob, Rai3 https://www.youtube.com/watch?v=Y1kIdII4IFw


  • Di: Beatrice Montorfano Referente scientifico: Sara Soncini |
  • DOI: 10.12871/shakespeare01 |
  • Sottoposto a peer-review |
  • Published: 30/09/2016 |
  • Under cc licence CC-By-NC-ND   Open Access